11
10
Oggi come agli albori dell’alpinismo, aspiriamo a una libertà senza confini. A un’esperienza che non conosce frontiere – politiche, fisiche o mentali. L’esempio più attuale di una moderna conquista della vetta è l’ambizioso progetto “DOLOMITI SENZA CONFINI”, alla cui base c’è la pazza idea di unire paesaggi montani un tempo spaccati in due da una linea di frontiera lungo la quale si combatterono accanite battaglie. Il desiderio di vivere la montagna non più come barriera, ma come luogo di pace e amicizia. Una visione che nel 2018 è divenuta realtà. “DOLOMITI SENZA CONFINI” è un’alta via unica nel suo genere, il cui percorso di 108 km, suddiviso in nove tappe a tratti molto impegnative, si sviluppa a cavallo tra due Paesi, passa per dodici vie ferrate e tocca diciassette rifugi alpini. Un itinerario fortemente simbolico, dal punto di vista non solo alpinistico ma anche storico, giacché si snoda in parte lungo trincee e gallerie che sono state scenario della Grande Guerra, tra il Cadore e le Dolomiti di Sesto, dalle Tre Cime di Lavaredo alla valle di Gail, in Austria. L’alta via è accessibile da più punti: in Tirolo Orientale dai paesi di Kartitsch e Obertilliach – entrambi appartenenti alla rete internazionale di Bergsteigerdörfer (villaggi degli alpinisti) –, a Sesto dal Passo Monte Croce, dai prati di Croda Rossa o dal Rifugio Fondovalle e a Belluno dal Rifugio Auronzo, da Misurina o da Valgrande, presso Padola. Un’avvincente avventura per gli scalatori del XXI secolo.
Un Alta Via che collega ben 12 percorsi attrezzati di elevato valore alpinistico e storico che si sviluppano a cavallo tra l’Italia e l’Austria